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figlia del mar ben degna 20
e degnamente nata
di quel perfido mostro,
che con aura di speme allettatrice
prima lusinghi e poi
movi ne petti umani 25
tante fiere procelle
d impetüosi e torbidi desiri,
di pianti e di sospiri,
che madre di tempeste e di furore
devria chiamarti il mondo, 30
e non madre d Amore:
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Letteratura italiana Einaudi
Giovan Battista Guarini - Il pastor fido
ecco in quanta miseria
tu hai precipitati
que duo miseri amanti.
Or va tu, che ti vanti 35
d esser onnipotente,
va tu, perfida dea; salva, se puoi,
la vita a quella ninfa,
che tu, con tue dolcezze
avvelenate, hai pur condotta a morte. 40
Oh per me fortunato
quel dí che ti sacrai l animo casto,
Cintia, mia sola dea,
santa mia deità, mio vero nume,
e cosí nume in terra 45
de l anime piú belle,
come lume del cielo
piú bel de l altre stelle!
Quanto son piú lodevoli e sicuri
de cari amici tuoi l opre e gli studi, 50
che non son quei degl infelici servi
di Venere impudica!
Uccidono i cignali i tuoi devoti;
ma i devoti di lei miseramente
son dai cignali uccisi. 55
O arco, mia possanza e mio diletto;
strali, invitte mie forze;
or venga in prova, venga
quella vana fantasima d Amore
con le sue armi effeminate; venga 60
al paragon di voi,
che ferite e pungete.
Ma che? Troppo t onoro,
vil pargoletto imbelle;
e, perché tu m intenda, 65
ad alta voce il dico:
la ferza a gastigarti
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Letteratura italiana Einaudi
Giovan Battista Guarini - Il pastor fido
sola mi basta.  Basta.
Chi se tu che rispondi?
Eco, o piú tosto Amor, che cosí d Eco 70
imita il sòno?  Sono.
A punto i ti volea; ma dimmi: certo
se tu poi desso?  Esso.
Il figlio di colei che per Adone
già sí miseramente ardea?  Dea. 75
Come ti piace; su: di quella dea
concubina di Marte, che le stelle
di sua lascivia ammorba
e gli elementi?  Menti.
Oh, quanto è lieve il cinguettare al vento! 80
Vien fuori, vien ; né star ascoso.  Oso.
E io t ho per vigliacco. Ma di lei
se legittimo figlio
o pur bastardo?  Ardo.
O buon! né figlio di Vulcan per questo 85
già ti cred io.  Dio.
E dio di che? Del core immondo?  Mondo.
Gnaffe! De l universo?
Quel terribil garzon, di chi ti sprezza
vindice sí possente 90
e sí severo?  Vero.
E quali son le pene
ch a tuoi rubelli e contumaci dài
cotanto amare?  Amare.
E di me, che ti sprezzo, che farai, 95
se  l cor piú duro ho di diamante?  Amante.
Amante me? Se folle!
Quando sarà che  n questo cor pudico
amor alloggi?  Oggi.
Dunque sí tosto s innamora?  Ora. 100
E qual sarà colei
che far potrà ch oggi l adori?  Dori.
Dorinda forse, o bambo,
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Letteratura italiana Einaudi
Giovan Battista Guarini - Il pastor fido
vuoi dir in tua mozza favella?  Ella.
Dorinda, ch odio piú che lupo agnella? 105
Chi farà forza in questo
al voler mio?  Io.
E come? E con qual armi? E con qual arco?
Forse col tuo?  Col tuo.
Come col mio? Vuoi dir quando l avrai 110
con la lascivia tua corrotto?  Rotto.
E le mie armi rotte
mi faran guerra? E romperailo tu?  Tu.
Oh, questo sí mi fa veder affatto
che tu se ubbriaco. 115
Va , dormi! Va ! Ma dimmi:
dove fien queste maraviglie? Qui?  Qui.
O sciocco! E io mi parto.
Vedi come se stato oggi indovino
pien di vino.  Divino. 120
Ma veggio, o veder parmi,
colà, posando in quel cespuglio, starsi
un non so che di bigio
ch a lupo s assomiglia.
Ben mi par desso, ed è per certo il lupo. 125
Oh, come è smisurato! Oh per me giorno
destinato a le prede! O dea cortese,
che favori son questi? In un dí solo
trïonfar di due fère?
Ma che tardo, mia dea? 130
Ecco, nel nome tuo, questa saetta
scelgo per la piú rapida e pungente
di quante n abbia la faretra mia.
A te la raccomando:
levala tu, saettatrice eterna, 135
di man de la fortuna, e ne la fèra
col tuo nume infallibile la drizza,
a cui fo voto di sacrar la spoglia;
e nel tuo nome scocco.
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Letteratura italiana Einaudi
Giovan Battista Guarini - Il pastor fido
Oh bellissimo colpo, 140
colpo caduto a punto
dove l occhio e la man l ha destinato!
Deh, avessi il mio dardo,
per ispedirlo a un tratto,
prima che mi s involi e si rinselvi! 145
Ma non avendo altr arme,
il ferirò con quelle de la terra.
Ben rari sono in questa chiostra i sassi,
ch a pena un qui ne trovo.
Ma che vo io cercando 150
armi, s armato sono?
Se quest altro quadrello
il va a ferir nel vivo... Oimè! che veggio?
Oimè, Silvio infelice,
oimè, che hai tu fatto? 155
Hai ferito un pastor sotto la scorza
d un lupo. Oh fiero caso! Oh caso acerbo,
da viver sempre misero e dolente!
E mi par di conoscerlo, il meschino;
e Linco è seco, che  l sostiene e regge. 160
Oh funesta saetta! Oh voto infausto!
E tu che la scorgesti
e tu che l esaudisti,
nume di lei piú infausto e piú funesto!
Io dunque reo de l altrui sangue? Io dunque 165
cagion de l altrui morte? Io, che fui dianzi
per la salute altrui
sí largo sprezzator de la mia vita,
sprezzator del mio sangue?
Va , getta l armi e senza gloria vivi, 170
profano cacciator, profano arciero!
Ma ecco lo infelice,
di te però men infelice assai.
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Letteratura italiana Einaudi
Giovan Battista Guarini - Il pastor fido
scena nona
Linco, Silvio, Dorinda.
linco
Reggiti, figlia mia;
reggiti tutta pur su queste braccia,
infelice Dorinda.
silvio (Oimè! Dorinda?
Son morto).
dorinda O Linco, Linco,
o mio secondo padre! 5
silvio
(È Dorinda per certo. Ahi voce! Ahi vista!)
dorinda
Ben era, Linco, il sostener Dorinda
ufficio a te fatale.
Accogliesti i singulti
primi del mio natale; 10
accorrai tu fors anco
gli ultimi de la morte, [ Pobierz całość w formacie PDF ]

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