[ Pobierz całość w formacie PDF ]

già nemico furor, già sorte avversa
o maligna influenza,
ma la sola malizia de congiunti, 445
inevitabil peste. Era sicuro
dall invidia degli uomini, dall ire
di Fortuna, l uom forte;
né, se schiudeva l Erebo i suoi mostri,
domar potea virtù. La rabbia umana 450
s armò contro se stessa,
e per contaminar le parti intatte
stillò dalle corrotte empio veleno,
che tal non versò mai libica serpe,
né, trascinato a sopportar il giorno, 455
Cerbero vomitò sul mar vicino.
Diede al mondo l onor, tiranno illustre,
carnefice adorato, e vinse il crudo
ingegno dell Abisso, ed innocenti
rese le stelle, la Fortuna, i mostri. 460
O sventurato Aristodemo! o invano
generoso alla patria, a te crudele!
Volli perder la figlia,
ma perderla innocente, e rea l acquisto.
La sua colpa la salva, e la sua colpa 465
pur la condanna. È del peccato grande
maggior l effetto. La stagion crudele
mi fa crudel; gli dèi negletti, giusto:
la patria e  l padre offesi,
giudice rigoroso; il mio furore, 470
vendicator. O mal fuggito, o sempre
empio Licisco! Io ti perdono il duro
cambio che per te feci,
ma degli scorni miei, di mie sciagure
78
Letteratura italiana Einaudi
Carlo de Dottori - Aristodemo
l infelice cagion non ti perdono. 475
Orribile furor, sollecitato
da scherniti Messenii, a cui si rende
la nostra fé sospetta,
che lo stesso indovin pur dianzi accrebbe
co rimproveri acerbi, 480
vieni, e m occupa omai. S io non son pieno
di te, scota la face,
e le pesti del crin crolli Megera;
quant è, quanto sa farsi orrida, vegna,
e di mostro maggior s empia il mio petto. 485
Per l attonito sen scorre un tumulto
non più sentito, ed alle pigre mani
insegna un non so che di vïolento,
e di feroce.
Sì, lo farò. Sia pena o sia misfatto: 490
l approveranno, o fuggiran li dèi.
Che approvino, che fuggano: sia fatto!
coro
Pèra chi prima
dalle segrete viscere de monti
il già innocente ed or colpevol ferro, 495
e non senza rossor della Natura,
quel mostro palesò ch ella copria
fra le cupe latebre della terra.
Ma vendicossi dell umano oltraggio
Natura, e fu l ingegno umano appunto 500
stromento alla vendetta,
che  l rigor dell acciaro
domato da Vulcano
volse in usberghi, in aste,
e produsse la guerra. 505
Fu allor che  l primo indomito destriero
l ignoto freno morse,
non vile onor di paletronia incude,
e, coperte d acciar le membra ignude,
79
Letteratura italiana Einaudi
Carlo de Dottori - Aristodemo
tollerò prima il domator lapita, 510
che ad accortar la vita
così fra l armi più veloci corse.
Fu allor che di fortissimi recinti
si munîr le città; che minacciose,
segni all ire del Ciel, crebber le torri, 515
e che, levata ai fiumi
la libertà, fu sotto ad alte mura
acqua di nobil rio
condannata a passar, flutto servile,
o levata al primiero 520
moto vivace, impaludarsi in una
squallida fossa, onde negletta e bruna;
allor fu che cozzò ferreo montone
contro le mura, e che avventò fra merli
la balista feroce aste pennute. 525
Fu allor che si divisero le genti
in popoli distinti, e fatto angusto
all umana ingordigia il mondo vasto,
sdegnò i primi confini,
e col ferro omicida 530
allontanò i vicini.
Fu allor, fu allora appunto
che scoprironsi i re, che la Fortuna,
dividendo dagl infimi i supremi,
avvilì gli uni e insuperbì negli altri. 535
Quindi gli odii, le gare, e quindi l armi,
le stragi, le rapine,
e da turbine eterno
agitate vediam l umane cose.
Quindi armiamo al Tonante 540
di folgori la destra, e nacquer quindi
i mali nostri. O mal trovato ferro,
per cui nuotan nel sangue
i patrii campi: ove sol Marte miete,
Cerere esclusa, ove dall empia spada 545
tolto è l uffizio all ozïoso aratro!
80
Letteratura italiana Einaudi
Carlo de Dottori - Aristodemo
Saffici
E se non placa  i dèi d Abisso Itome,
misere, ah come   l regno fia distrutto!
l ultimo lutto  l indovin predice,
gli ultimi danni. 550
Già per tant anni  siamo usate al pianto,
che solo il Xanto  la metà ne conta.
Una sol onta  così lungo sdegno
dunque produce!
O di Polluce  imitator insano, 555
e tu profano  Castore mal finto,
Sparta ebbe vinto  quando profanaste
le are sacrate.
Torna all usate  lagrime, o dolore,
senta il furore  già del cor la destra 560
fatta maestra   n flagellar l ignudo
seno dolente.
Il duol frequente  tiene sparso il crine
alle rapine  della mano infesta;
e di funesta  voce di lamento 565
Eco risuona.
81
Letteratura italiana Einaudi
Carlo de Dottori - Aristodemo
ATTO QUINTO
scena prima
Nutrice, Tisi
nutrice
Qual procelloso turbine mi porta
per l aria, e d atra nube
m involve sì ch agli occhi miei rapite
sien queste crude ed esecrande mura
macchiate del più orribile misfatto, 5
del più innocente sangue
che da barbara man versato in terra
chiami vendetta in Ciel? Messenia è questa?
È questa Itome? O la spietata Colco,
o la gelida Ircania? o la feroce 10
Scizia più tosto? o s altro è più lontano
dalle strade del sole
efferato ed inospito paese?
tisi
A ragion ti lamenti,
nutrice; acero è il caso; 15
ma v ha gran parte la pietà infelice
della misera Amfia. Narra, se lice
tanto impetrar dal duolo,
narra come seguì l eccesso grande.
nutrice
Se raccolgo gli spiriti, se  l corpo 20
dall orror della tèma e dal dolore
irrigidito riassume il primo
uffizio delle membra, e se la cruda
immagine del fatto,
che mi sta pertinace innanzi agli occhi, 25
mi daran le parole,
lo narrerò. Sarà pur anco questo
82
Letteratura italiana Einaudi
Carlo de Dottori - Aristodemo
pianto per lei. Parte sarà di pena
il confessar con penitenza amara
l infelice delitto. Aristodemo 30
simulò di placarsi
a quella miserabile menzogna
ch ordì la moglie, e finse
di lasciar a Policare la sposa;
ma, ricevuta in seno 35
altamente la piaga, ah Dio, nel tempo
dall indovin vietato
furïoso, terribile, funesto
qual pe getuli campi irto leone
che di recente oltraggio 40
mediti minacciando alta vendetta,
corse alla stanza custodita, i sacri
vincoli ruppe; vïolò le porte,
fugò i ministri attoniti: col porprio
furor le Furie vinse 45
tutelari del luogo, o al proprio aggiunse
il furor di Cocito;
e trovata giacer tra brune spoglie
l impallidita e tacita fanciulla,
un certo che sol mormorò d orrendo, 50
e trafisse la vergine innocente
che generata avea. L anima bella,
osservando l inditto
silenzio, non si dolse.
Con un gemito sol rispose all empio 55
fremer del padre; e i moribondi lumi
in lui rivolti, ed osservato quale
il sacerdote inaspettato fosse,
con la tenera man coprissi il volto
per non vederlo; e giacque. 60
tisi
A che non guida un cieco
empito d ira! un furïoso zelo
d onor tiranno!
83
Letteratura italiana Einaudi
Carlo de Dottori - Aristodemo
nutrice
Ciò non bastò al crudele.
Punì prima il delitto, e poi cercollo 65
nelle viscere intatte della figlia.
Col ferro stesso aperse
il sen virginal. L utero casto
e vòto ritrovò, senz altri segni
che gli orribili, impressi 70
dal suo furor: ma sé ingannato ed empio
uccisor della figlia. Il ferro quasi
per gran dolor nel proprio seno immerse,
e si ferìa, s un de ministri a tempo
a trattenerlo non correa, che solo 75
fece ritorno occultamente a quella
mal custodita figlia; e tutto vide,
e riferì. Quindi volgendo in uso
di Messina il peccato, ed approvando
per sacrifizio l omicidio enorme, 80
si lasciò lusingar da un suo pensiero,
che vittima approvata
la vergine cadesse; e con la speme
temprò il dolor: né riserbò, di tanta
ira precipitosa 85
e disperata, altro che l odio contro
l infelice cagion della sua colpa.
tisi
Ma chi dannò Policare alla morte
per punir la cagion di questo errore,
come giudicherà contro al primiero 90
giudizio? e accetterà per buon effetto
di rea cagion? Se la menzogna vostra
ha salvata la patria, a che sen giace
sotto un monte di sassi
l infelice Policare sepolto? 95
Nutrice, ah ch io pavento
che, se l approva Itome,
l aborriscan li dèi.
84
Letteratura italiana Einaudi
Carlo de Dottori - Aristodemo
nutrice
Prima abborrito
sia l inganno funesto! A noi conviene
prima sentir del provocato Cielo 100
l ira vendicatrice. O dall affetto
cieco materno mal guidato amante,
Policare innocente!
Tu giaci, e accresci il pianto nostro e aggravi
la nostra colpa. E tante colpe sono 105
anco impunite? ed ozïoso Giove [ Pobierz caÅ‚ość w formacie PDF ]

  • zanotowane.pl
  • doc.pisz.pl
  • pdf.pisz.pl
  • grecja.xlx.pl